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depose nella pisside d argento che portava al collo. Prese anche l olio santo per
ungere le orecchie, il naso, la bocca, le mani e i piedi della moribonda e uscì senza far
rumore.
La chiesa era immersa in un silenzio profondo, le immagini sacre parevano
fluttuare nel chiarore incerto delle candele, e la pioggia tamburellava contro le
finestre. Padre da Costa se n era andato da forse cinque minuti quando la porta si aprì
con un cigolio leggero ed entrò Fallon.
Un occhiata in giro per assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi Fallon percorse
rapidamente la navata centrale, entrò nel montacarichi e schiacciò il pulsante di salita.
Arrestò la gabbia appena sopra il telone che copriva il buco nel tetto della navata,
fece qualche passo sulla copertura in leggera pendenza e si fermò a ridosso del
muretto di sostegno, nascosto nell angolo tra uno sperone e la torre.
Di lassù si godeva una vista eccellente della canonica, e due lampioni di cemento
nella strada a sinistra, più alti del muro di cinta del camposanto, illuminavano la
facciata della casa.
La finestra di una camera da letto era illuminata, consentendogli di vedere
all interno: un armadio, un quadro alla parete, la testata di un letto... poi comparve
Anna avvolta in un grande asciugamano bianco.
Doveva essere appena uscita dal bagno. Non si preoccupò di tirare la tenda, sicura
com era che sei metri di muro la proteggevano da sguardi indiscreti, o forse la
ragione di quella noncuranza era la cecità.
Continuò ad asciugarsi mentre Fallon la osservava. Strano come poche donne ci
guadagnino, viste così, si disse Martin; Anna però era più che accettabile. I capelli
neri le arrivavano quasi ai seni appuntiti e dalla vita sottile sbocciavano i fianchi forse
un tantino troppo larghi per i gusti di qualcuno. Indossò reggiseno e mutandine nere,
il collant, un vestito di seta verde con la gonna a pieghe e cominciò a spazzolarsi,
compiendo il gesto forse più squisitamente femminile che esista. Fallon provò una
strana tristezza, ma senza desiderio, almeno non per qualcosa di fisico. Soltanto
l improvvisa, terribile consapevolezza che stava contemplando qualcosa per lui
irraggiungibile su questa terra, e solo per colpa sua. Anna si legò i capelli con un
nastro nero e scomparve dal riquadro della finestra. Un attimo dopo si spense la luce.
Fallon rabbrividì sotto la pioggia che lo schiaffeggiava e si alzò il bavero. Nel
silenzio, si udiva ogni tanto il rombo distante di un auto, poi gli giunse distintamente
all orecchio lo scricchiolio di un passo sulla ghiaia del sentiero sottostante.
Mentre aguzzava gli occhi, una figura uscì dall oscurità. Lo riconobbe
immediatamente dai capelli lunghi, quasi bianchi. Billy Meehan. Si sporse per
seguirlo con lo sguardo: Billy salì i gradini dell ingresso, abbassò la maniglia e
scivolò dentro.
Fallon si precipitò incespicando verso il montacarichi, balzò nella gabbia, chiuse il
cancelletto e premette il pulsante discesa, con il cuore che gli martellava pazzamente.
La vista di Anna alla finestra aveva gettato Billy in uno stato di eccitazione
irrefrenabile. La tensione dolorosa tra le gambe gli era insopportabile e la bottiglia di
whisky che si era appena scolato aveva cancellato completamente ogni superstite
traccia di autocontrollo.
Entrò sotto il portico, tentò la maniglia e, quando vide che la porta si apriva,
l eccitazione gli mozzò quasi il fiato in gola. Sgattaiolò dentro, chiuse e tirò il
chiavistello.
Da una stanza in fondo al corridoio gli giunse una voce che canticchiava
sommessamente. Si avvicinò in punta di piedi e sbirciò dalla porta socchiusa.
Seduta sul bordo di un sofà vittoriano c era Anna, con una grande scatola da lavoro
aperta sul tavolino accanto. Stava attaccando un bottone a una camicia e, mentre Billy
la fissava con sguardo avido, allungò una mano, cercò tentoni le forbici e tagliò il
filo.
Billy si tolse il soprabito, lo lasciò cadere e si mosse verso Anna, scosso da un
tremito incontrollabile. La ragazza avvertì prima il fruscio dell indumento che
cadeva, poi un passo leggero e girò il viso in direzione di Billy, corrugando la fronte.
«Chi è? C è qualcuno?»
Billy restò immobile, e Anna si alzò. Il ragazzo fece ancora qualche passo,
silenziosamente, e le girò alle spalle mentre lei si voltava facendo un mezzo giro su
se stessa, con una mano stretta convulsamente sulla camicetta e un ago nell altra.
«Chi è?» ripeté con voce spaventata.
Billy le infilò la mano sotto la gonna, chiudendola a coppa tra le gambe, e
ridacchiò. «Così, così. Ti piace, eh? Le ragazze vanno matte per quello che faccio
loro.»
Anna gli sfuggì con un grido di paura, voltandosi contemporaneamente verso di
lui, e Billy le cacciò una mano nella scollatura cercandole un seno.
Lei lanciò un urlo, il viso sconvolto dal terrore. «No, per amor del Cielo! Chi è?»
«Fallon! Sono io, Fallon!»
«Bugiardo!» gridò Anna. «Bugiardo!» E mulinò alla cieca col braccio, colpendolo
al viso.
Billy le mollò un manrovescio. «T insegno io, schifosa... ti faccio strisciare.»
La gettò sul divano e le strappò le mutandine, poi cercò di aprirle le gambe a forza,
schiacciandole la bocca con la sua.
Nell indicibile orrore di quegli attimi, Anna percepì il frenetico affannarsi di Billy
per aprire la cerniera dei calzoni e poi quella cosa dura che le premeva tra le cosce.
Urlò, Billy la schiaffeggiò ancora, spingendole indietro la testa sul bracciolo del
divano. Cercò di aggrapparsi al tavolino e le sue dita si chiusero sulle forbici.
Precipitò nel buio dell incoscienza senza accorgersi del movimento convulso della
sua mano che, con la forza della disperazione, affondava le forbici sotto le costole di
Billy spaccandogli il cuore e uccidendolo all istante.
Trovando la porta chiusa dall interno, Fallon entrò dopo aver rotto un vetro della
finestra di cucina e corse in salotto. Vide Billy Meehan abbandonato sul corpo della
ragazza priva di sensi e si gettò su di lui: soltanto allora notò l impugnatura delle
forbici che gli spuntava dal torace.
Prese Anna tra le braccia e la trasportò di sopra. La prima stanza doveva essere
quella dello zio, ma la seconda era la sua: la depose sul letto e la coprì con un
piumino.
Si sedette sul bordo del letto tenendole una mano e, dopo qualche minuto, le
palpebre della ragazza ebbero un fremito. Subito dopo, con un violento sussulto, tentò
di liberare la mano.
«Su, su, sono io... Martin Fallon. Va tutto bene, adesso, stia tranquilla.»
La ragazza emise un lungo sospiro tremulo. «Dio, ti ringrazio! Che cosa è
successo?»
«Non ricorda?»
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