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bisogno di essere ripetuta finché vi sono ancora uomini che non vi credono.
[79] Se l'India fa suo il credo della violenza e io sopravvivo, non
m'importerebbe di lasciare l'India. Cesserebbe di ispirarmi qualsiasi fierezza. Il mio
patriottismo è soggetto alla mia religione. Mi stringo all'India come un bimbo al seno
della madre, perché sento che mi dà il nutrimento spirituale di cui ho bisogno.
Possiede le condizioni ambientali che corrispondono alle mie aspirazioni piú alte.
Quando questa fede scomparirà, mi sentirò come un orfano senza speranza di trovare
mai un tutore.
Indice
5. L'autodisciplina
[1] La civiltà, nel senso reale del termine, non consiste nella moltiplicazione, ma
nella volontaria e deliberata restrizione dei bisogni. Questa soltanto porta la felicità e
il vero appagamento, e accresce l'idoneità a servire.
[2] Un certo grado di armonia e benessere fisico è necessario; ma oltre questo
livello diventa un impaccio, anziché un aiuto. Perciò l'ideale di creare un numero
illimitato di bisogni e di soddisfarli mi sembra un'illusione e un insidia. A un certo
punto, la soddisfazione déi bisogni fisici, e anche dei bisogni intellettuali del proprio
io limitato, deve subire un brusco arresto prima di degenerare in voluttà fisica e
intellettuale. Bisogna ordinare la propria vita fisica e intellettuale in modo che non
impacci il servizio dell'umanità, nel quale si dovrebbero concentrare tutte le proprie
energie.
[3] La relazione tra corpo e spirito è cosí intima, che se uno dei due cadesse nel
disordine tutto il sistema ne soffrirebbe. Ne segue che un carattere puro è la base
della salute nel vero senso della parola; e potremmo dire che tutti i cattivi pensieri e
le passioni malvagie non sono che forme diverse di malattia.
[4] Si acquista una salute perfetta soltanto vivendo in ubbidienza alle leggi di
Dio e sfidando il potere di Satana. Una vera felicità è impossibile senza una vera
salute, e una vera salute è impossibile senza un rigoroso controllo del palato. Tutti gli
altri sensi saranno automaticamente soggetti a controllo, quando sarà stato sottoposto
a controllo il palato. E colui che ha soggiogato i propri sensi, ha veramente
conquistato il mondo intiero, e diventa parte di Dio.
[5] Mi sono dedicato al giornalismo non per amore del giornalismo, ma
semplicemente per appoggiare quella che ho creduto essere la mia missione nella
vita. La mia missione è di insegnare con l'esempio e la dottrina, sotto severa
disciplina, l'uso dell'impareggiabile arma di satyìgraha, che è un corollario diretto
della non violenza e della verità. Sono ansioso, anzi sono impaziente di dimostrare
che non vi è rimedio ai molti mali della vita salvo che nella non violenza. E' un
solvente abbastanza forte per sciogliere il cuore piú duro. Perciò. per essere coerente
con la mia fede, non posso scrivere con ira o malizia. Non posso scrivere
oziosamente. Non posso scrivere semplicemente per eccitare la passione. Il lettore
non può avere un'idea del controllo che devo esercitare settimana dopo settimana
nella scelta dei temi e del vocabolario. R un allenamento per me. Mi permette di
guardare dentro di me e di scoprire le mie debolezze. Spesso la mia vanità detta
un'espressione brillante, o l'ira un aggettivo duro. É una prova terribile ma un buon
esercizio strappare queste erbacce. Il lettore scorre le pagine di Young India
discretamente rifinite e talvolta, con Romain Rolland, è propenso a dire « che vecchio
perfetto dev'essere! ». Bene, sappia il mondo che questa perfezione è coltivata
ansiosamente e piamente. E se è riuscita gradita ad alcuni di cui stimo l'opinione, il
lettore comprenda che quando questa perfezione sarà diventata perfettamente
naturale, vale a dire quando io sarò diventato incapace di male e nulla di duro o
altezzoso occuperà, sia pure momentaneamente, il mondo del mio pensiero, allora e
soltanto allora la mia non violenza muoverà tutti i cuori di tutto il mondo. Non ho
proposto a me e al lettore una prova o un ideale impossibile. E privilegio e diritto
innato dell'uomo. Abbiamo perduto il paradiso solo per riconquistarlo.
[6] Ho appreso attraverso un'amara esperienza l'unica suprema lezione:
controllare l'ira; e come il calore conservato si trasforma m energia, cosí la nostra ira
controllata può trasformarsi in una forza capace di muovere il mondo.
[7] Non che io non mi adiri. Non do sfogo all'ira. Coltivo á qualità della
pazienza come mansuetudine e, generalmente parlando, ci riesco. Ma quando l'ira mi
assale mi limito a controllarla. Come riesca a controllarla, è una questione inutile,
perché è un'abitudine che ciascuno deve coltivare e conquistare con una pratica
assidua.
[8] E' ingiusto e immorale cercare di sfuggire le conseguenze delle proprie
azioni. È bene che una persona che mangia troppo stia male e digiuni. E male che
indulga al proprio appetito e poi ne sfugga le conseguenze prendendo tonici o qualche
altra medicina. E ancora peggio che una persona indulga alle proprie passioni
animali e sfugga le conseguenze dei propri atti. La natura è inesorabile e si
vendicherà pienamente di una tale violazione delle sue leggi. I risultati morali si
ottengono soltanto con restrizioni morali. Tutte le altre restrizioni sconfiggono il vero
scopo che si prefiggono.
[9] Non spetta a noi criticare gli altri e impancarci a giudici. Ad esaurirci
dovrebbe bastare il giudicare noi stessi, e fino a quando notiamo in noi un solo difetto
e desideriamo che i nostri parenti e amici non ci abbandonino nonostante questo
difetto, non abbiamo il diritto di ficcare il naso nella condotta degli altri. Se, nostro
malgrado, notiamo il difetto di un altro, dovremmo interrogare lui personalmente, se
ne abbiamo il diritto e pensiamo giusto farlo, ma non abbiamo il diritto di interrogare
alcun altro.
[10] Non rimuginate sulle passioni. Quando siete giunti una buona volta a una
decisione, non tornate a riesaminarla. La professione di un voto comporta che la
mente cessi per sempre di riflettere sull'oggetto di quel voto. Quando un
commerciante ha venduto delle merci, non pensa piú a quelle, ma soltanto ad altre
cose. Lo stesso vale per l'oggetto di un voto.
[11] Vorrete sapere quali sono le caratteristiche di un uomo che desideri
realizzare la Verità che è Dio. Deve essere completamente libero dall'ira e dalla
lussuria, dall'avidità e dall'attaccamento, dall'orgoglio e dal timore. Deve annullarsi
ed esercitare un controllo assoluto su tutti i suoi sensi cominciando dal palato o
lingua. La lingua è l'organo della parola come pure del gusto. Con la lingua
indulgiamo all'esagerazione, alla menzogna e alle parole che feriscono. L'avidità del
gusto ci rende schiavi del palato cosicché viviamo per mangiare quasi fossimo
animali. Ma con un'adeguata disciplina possiamo trasformarci in esseri « solo di poco
inferiori agli angeli ». Colui che ha soggiogato i sensi è il primo e piú importante tra
gli uomini. Tutte le verità risiedono in lui. Dio si manifesta attraverso di lui. Tale è il [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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